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Rinnovabili, 2013 shock. Le richieste al Governo Renzi

Rinnovabili, 2013 shock. Le richieste al Governo Renzi
Rinnovabili, 2013 shock. Le richieste al Governo Renzi

Il Consiglio Nazionale della Green Economy lancia l’allarme. Dopo un periodo di forte crescita, che nel 2012 ha portato le fonti rinnovabili a soddisfare il 13% del consumo interno lordo di calore e il 28% di elettricità, con importanti ricadute positive per ambiente, occupazione e investimenti, nel 2013 il settore ha registrato un durissimo stop.
Secondo le stime pubblicate da Bloomberg new energy finance, infatti, c’è stato, in Italia, un calo di oltre il 70% degli investimenti nelle fonti rinnovabili, scesi da 15 miliardi di dollari nel 2012 a 4 miliardi nel 2013. In termini di nuova potenza annua installata, si è passati da 3,6 GW a 1,1 GW nel fotovoltaico (-70%), da 1,2 GW a 0,4 GW nell’eolico (-65%), da 150 MW a 70 MW nel mini-hydro (-55%).

Questo crollo, senza precedenti, è stato causato da una serie di iniziative: l’introduzione di nuove complicazioni procedurali e amministrative; il taglio drastico degli incentivi, anche in modo retroattivo su impianti in esercizio; il ritardo dell’emanazione di importanti decreti (sui sottoprodotti, teleriscaldamento etc.). Vista l’importanza delle fonti energetiche rinnovabili per mitigare la crisi climatica e per promuovere la green economy, il Consiglio nazionale, in coerenza con la piattaforma degli Stati generali della green economy in materia, chiede al nuovo governo Renzi di:

  • 1.attivare una seria azione in favore della semplificazione burocratica per gli impianti di produzione di energia rinnovabile, secondo criteri di massima trasparenza e certezza dei tempi; 
  • 2.definire una politica di sviluppo degli investimenti per le rinnovabili che, pur muovendosi verso un graduale superamento del sistema degli incentivi in tariffa, attuando la recente Delega sulla fiscalità ambientale, preveda ” nuove forme di fiscalità …//… finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, e a rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio”;
  • 3.impegnarsi, nell’ambito della definizione europea di un nuovo quadro strategico al 2030, per nuovi obiettivi per la riduzione dei gas serra, per lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica coerenti con gli impegni internazionali sul clima.

    (fonte: Fondazione Sviluppo Sostenibile)

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