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Nucleare, gli insegnamenti di Fukushima e Cernobyl

Nucleare, gli insegnamenti di Fukushima e Cernobyl
Nucleare, gli insegnamenti di Fukushima e Cernobyl

Cinque anni dopo il disastro di Fukushima, avvenuto l’11 marzo 2011, circa centomila persone non sono ancora tornate a casa. I sopravvissuti di Cernobyl continuano a mangiare cibo con livelli di radioattività oltre i limiti, a trent’anni dalla catastrofe che ha privato centinaia di migliaia di persone della loro casa.
Entrambi i disastri continuano ad avere un impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone. E’ quanto emerge da “L’eredità nucleare di Fukushima e Cernobyl”, una ricerca di Greenpeace condotta in Giappone, Ucraina e Russia.

Fukushima e Cernobyl hanno causato una dispersione di radioisotopi a lunga vita. Nelle zone in cui la concentrazione è troppo elevata, la gente non può tornare a casa. Milioni di persone vivono ancora in zone contaminate sia intorno Cernobyl che a Fukushima. Questa contaminazione provoca una esposizione a radiazioni a basso livello, che implica un aumento del rischio di effetti sulla salute fisica e mentale.
I governi, sostiene Greenpeace, stanno riducendo le misure di protezione dalla radioattività sia in Giappone che nei Paesi contaminati dal disastro di Cernobyl. Il monitoraggio ambientale e alimentare è stato tagliato nel secondo caso, mentre a Fukushima il governo vuole che la maggioranza della popolazione evacuata faccia rientro a casa nel 2017 anche se le aree sono ancora contaminate.
Molti effetti negativi sulla salute sono stati osservati nelle comunità colpite da Cernobyl e da Fukushima. Greenpeace chiede ai governi di continuare a fornire il dovuto sostegno economico ai sopravvissuti.

Gli effetti sanitari
Il dibattito pubblico sugli effetti sanitari di Cernobyl e Fukushima è focalizzato principalmente sulle conseguenze per la salute umana indotte dalle radiazioni. Questi effetti, spiega l’assocazione, sono spesso controversi in gran parte a causa della nostra limitata comprensione degli impatti delle radiazioni a basse dosi e per la mancanza di dati completi sulle dosi di radiazioni ricevute da grandi popolazioni.
La scala delle conseguenze, tuttavia, si comprende meglio con la riduzione complessiva della salute umana e del benessere che si è verificato nelle popolazioni sfollate a causa del fallout radioattivo di Cernobyl e Fukushima.
Cernobyl – Nonostante le difficoltà di ottenere stime affidabili, lo scienziato bielorusso Malko ha pubblicato le stime del totale dei decessi per cancro in eccesso sulla base delle stime sulle dosi individuali e collettive di esposizione per la popolazione in tutti i paesi inquinati da Cernobyl. Lo studio, del 2006, prevedeva più di 90 mila morti in eccesso di cancro, stima cresciuta a più di 115 mila in uno studio successivo del 2008. Ciò è in netto contrasto con la previsione dell’OMS di novemila morti aggiuntivi attribuibili a Cernobyl.
Fukushima – A soli cinque anni dal disastro nucleare, l’incidenza di disturbi psicologici, quali depressione, ansia e disturbi post traumatico da stress (PTSD) è già elevata, ed è già stato rilevato un aumento di casi
di cancro alla tiroide.

Secondo il rapporto di Greenpeace, Cernobyl ha causato una significativa incidenza sulla salute e il benessere di grandi popolazioni di Ucraina, Bielorussia e Russia. Gli indicatori di questo declino includono i tassi di mortalità più elevati nelle zone di contaminazione radioattiva di Ucraina e più bassi tassi di natalità. In particolare, il tasso di mortalità tra i bambini con i genitori irradiati è più elevato. Una causa chiave della maggiore mortalità in aree contaminate è legata alle malattie del sistema cardiovascolare (DCS). Inoltre, decine di migliaia in eccesso sono i decessi attesi per cancro.

“Come già detto, gli effetti sulla salute indotti dalle radiazioni sono spesso controverse e oggetto di acceso dibattito scientifico. Ciò perché la nostra comprensione degli effetti sulla salute delle radiazioni è in linea di massima limitata alle lezioni apprese dai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki. Tali studi hanno consentito la comprensione dell’esposizione esterna acuta a radiazioni; nel caso di Cernobyl e Fukushima invece si tratta per lo più di esposizione interna a basse dosi di radiazioni di un numero elevato di persone.
La verifica dell’impatto di Cernobyl è difficile a causa della mancanza di dati completi e affidabili.
Del milione e 800 mila sopravvissuti di Cernobyl, solo per 131.450 è stato possibile stimare la dose assorbita. Non sono state ricostruite nemmeno le stime di esposizione a lungo termine di 44 mila lavoratori impegnati nelle bonifiche che hanno prima ricevuto una dose di radiazione acuta e poi  hanno continuato a vivere in aree contaminate. L’analisi della letteratura scientifica dimostra che non vi è stato alcun delle stime della dose assorbita dai sopravvissuti dal 2005. Come risultato, questa mancanza di stime globali rende estremamente difficile valutare l’impatto sanitario in termini di tumori in eccesso e gli e altri impatti di Cernobyl. Secondo il professor Omelianets “è  ormai ‘quasi impossibile’ valutare complessivamente gli effetti di Cernobyl a causa dei ridotti finanziamenti e della conseguente fine della raccolta e della pubblicazione di dati”.
Questa situazione si ripete anche a Fukushima, dove c’è una simile mancanza di stime affidabili della dose assorbita.
Tuttavia, sono state osservate le seguenti conseguenze per la salute che possono essere attribuite all’esposizione alle radiazioni:
– Aumento significativo nel cancro alla tiroide nei bambini e lavoratori impegnati nelle bonifiche;
– Leucemia e cancro al seno nei lavoratori impegnati nelle bonifiche a Cernobyl;
– Diminuzione della funzione cognitiva dei lavoratori impegnati nelle bonifiche;
– Aumento dei casi di cataratta tra i lavoratori delle bonifiche;
– Aumento della mortalità dei lavoratori delle bonifiche e della popolazione dovuta a malattie del
sistema cardiovascolare (DCS)
– Invalidità degli operai delle bonifiche e della popolazione dei territori contaminati.

Le richieste di Greenpeace

“Alla luce della scala degli impatti sulla salute, sull’ambiente e sulla causate dagli incidenti di Fukushima e Cernobyl, una risposta ovvia e ragionevole è quella di eliminare gradualmente l’energia nucleare a favore di soluzioni energetiche più pulite. Diversi Paesi hanno infatti deciso di arrestare o eliminare gradualmente le loro reattori nucleari a seguito degli incidenti di Fukushima e Cernobyl.
Nei Paesi che decidono di mantenere l’energia nucleare, le autorità devono progettare piani di emergenza nucleare per proteggere i cittadini in caso di rilasci radioattivi della scala di Fukushima e Cernobyl. Tali piani dovrebbero essere pronti a gestire lo spostamento a lungo termine di grandi popolazioni e, oltre alle misure di protezione contro le radiazioni, fornire assistenza a lungo termine sia sul piano fisico che psicologico e psichiatrico, per mitigare gli impatti sulla salute mentale e di altro tipo.
La giustizia richiede che i governi forniscano il supporto adeguato per i sopravvissuti di Cernobyl e
Fukushima.
Alla luce degli impatti sulla salute, dei rischi attuali legati alle radiazioni e date le politiche inique  dei governi, Greenpeace chiede le seguenti azioni da adottare per sostenere pienamente i sopravvissuti di Cernobyl e Fukushima:
– I diritti dei sopravvissuti devono essere rispettati. Le autorità hanno la responsabilità di
coinvolgere le persone colpite nelle decisioni relative alla loro sicurezza personale.
– I sopravvissuti dovrebbero avere il diritto di scegliere e non essere costretti a tornare in qualsiasi
luogo che vedono come rischioso per la loro sicurezza personale o la salute.
– Le persone dovrebbero ricevere il pieno sostegno da parte delle autorità qualunque sia la loro
decisione.
– Indipendentemente dalla scelta di un individuo devono essere pienamente compensati per le
perdite per il loro sostentamento e la proprietà così come per qualsiasi disagio mentale o rischi
per la salute.
– Dovrebbe essere sostenuta lo studio a lungo termine sugli effetti di Cernobyl e Fukushima.
Importanti aree di studio comprendono malattie non tumorali, come la disfunzione cognitiva, gli
effetti di bassi livelli di radioattività su animali, insetti e piante, a lungo termine l’impatto sulla
salute mentale subiti in seguito a disastri nucleari, gli effetti a basse dosi sulle funzioni cerebrali, i
disturbi cognitivi e i sintomi psicotici tra i sopravvissuti di Cernobyl, e la raccolta di dati più
oggettivi sulla esposizione alle radiazioni e salute fisica.
– Le misure per ridurre l’esposizione alle radiazioni della popolazione devono essere continuate
per ridurre le dosi cui le persone sono esposte.
– I programmi di monitoraggio sulle radiazioni (in campo ambientale e alimentare) a Cernobyl
dovrebbero essere integrati con la partecipazione delle comunità colpite.
– Bisognerebbe introdurre restrizioni sulle persone che entrano in aree con alti livelli di
contaminazione radioattiva, i cosiddetti “hot spots”.
Cernobyl e Fukushima sono delle vere cicatrici ambientali e sociali che continueranno a ricordarci
per decenni e nei secoli a venire, che l’energia nucleare non vale semplicemente il rischio. C’è solo
un modo sicuro per evitare catastrofi nucleari in futuro ed è quello di liberare il pianeta
dell’energia nucleare.
I disastri di Cernobyl e Fukushima hanno distrutto il mito che questa fonte di energia sia sicura,
economica e affidabile. Il tempo, il denaro e le risorse sperperate per lo sviluppo di nuove
generazioni di reattori nucleari dovrebbero essere usati per costruire un futuro basato sulle
energie rinnovabili, pulite e sostenibili e sull’efficienza energetica.
Abbiamo l’obbligo per noi stessi, per i nostri figli e per il pianeta, di imparare da queste lezioni e
garantire che non avremo mai più tanta distruzione e miseria.”

Leggi anche:Fukushima, il cibo è sicuro?

 

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