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Agricoltura e clima, 14 miliardi di danni in 10 anni

Agricoltura e clima, 14 miliardi di danni in 10 anni
Agricoltura e clima, 14 miliardi di danni in 10 anni

I cambiamenti climatici con gli eventi estremi hanno provocato anche in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati del CREA nel commentare il rapporto della Fao in vista della conferenza dell’Onu sul clima di Parigi dal quale emerge che il numero medio annuo mondiale di disastri causati dai fenomeni naturali, inclusi quelli legati al clima, ha provocato a livello mondiale un danno economico di 1,5 trilioni di dollari. Siccità e forti piogge a carattere alluvionale rappresentano – sottolinea la Coldiretti – gli eventi climatici che si sono maggiormente abbattuti sulle Regioni italiane.

La siccità – precisa la Coldiretti – rappresenta l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura italiana in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni, con due eventi gravi, nel 2003 e nel 2012, interessando maggiormente le aree del Nord e del Centro Italia, con valori di dai 500 ai 700 giorni di siccità dichiarata (dai 50 ai 70 giorni l’anno di media). Per quanto riguarda i fenomeni precipitativi forti, i danni – continua la Coldiretti – riguardano sia le produzioni, sia le strutture e le infrastrutture, con rispettivamente il 30, 40 e 30% dei danni complessivi. Le aree maggiormente colpite si trovano Nord Italia, con un range che varia da 121 a 480 giorni di calamità naturale dichiarata. e nel Sud (Campania, Puglia e Sicilia). Secondo l’associazione la tropicalizzazione del clima con il ripetersi di eventi estremi ha reso il territorio piu’ vulnerabile.

“Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Sul piano strutturale a questa situazione non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato in Italia ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni. 2,15 milioni di ettari di terra coltivata capace di assorbire l’acqua.”
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