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Ambiente: il 67% dei cittadini europei vuole che l’UE faccia di più

L'ambiente sta profondamente a cuore ai cittadini europei: secondo un sondaggio Eurobarometro commissionato dal Parlamento europeo, il 67% di loro vorrebbe che l'Unione europea agisse maggiormente per la protezione dell'ambiente.

L’ambiente sta profondamente a cuore ai cittadini europei: secondo un sondaggio Eurobarometro commissionato dal Parlamento europeo, il 67% di loro vorrebbe che l’Unione europea agisse maggiormente per la protezione dell’ambiente.
Il sondaggio è stato effettuato tra il 9 e il 18 aprile 2016 intervistando 27 969 cittadini di tutta l’UE. Il campione è stato scelto in maniera tale da essere rappresentativo dell’insieme della popolazione.
A livello di UE, il 67% degli intervistati ha espresso appoggio a una maggiore azione dell’UE in campo ambientale, contro una percentuale del 59% nel Regno Unito e del 62% in Irlanda.

Cosa sta facendo e farà la UE per proteggere la salute, preservare la biodiversità e combattere il cambiamento climatico?
L’Unione europea, si legge in una nota, può intervenire nella maggior parte degli ambiti della politica ambientale, come l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la gestione dei rifiuti e i cambiamenti climatici.
Il deputato italiano Giovanni La Via, membro del gruppo PPE, presidente della commissione ambiente, ha dichiarato: “Condividiamo le preoccupazioni dei nostri cittadini, quali risultano dall’Eurobarometro, e siamo perciò molto impegnati a lavorare a nuove politiche e proposte per combattere i cambiamenti climatici e salvaguardare l’ambiente.”
Riferendosi all’accordo concluso al vertice della COP21 di Parigi lo scorso anno, l’on. La Via ha dichiarato: “L’Unione europea ha esercitato un’influenza decisiva per questo accordo e ora sta sviluppando tutte le politiche necessarie per trasformarlo in azioni concrete.”
Misure – L’UE sta lavorando a varie misure per contrastare il cambiamento climatico. Alcune sono già in fase di attuazione, mentre altre sono ancora in corso di elaborazione.
Le istituzioni dell’UE stanno oggi attuando l’accordo di Parigi, fra l’altro mediante una riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, fissando l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra dell’UE almeno del 40% entro il 2030, e approvando normative dell’Unione per la promozione delle energie rinnovabili.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno recentemente raggiunto un accordo su norme volte a migliorare la qualità della nostra aria, comprendenti piani che prevedono per il 2030 limiti nazionali più ambiziosi per le emissioni dei principali inquinanti, tra cui gli ossidi di azoto (NOx), i particolati e il biossido di zolfo (anidride solforosa).
Sulla scia dello scandalo Volkswagen, il Parlamento ha costituito una commissione d’inchiesta per indagare sugli scandali della falsificazione delle misurazioni delle emissioni delle automobili.
Recentemente i deputati del PE hanno anche approvato nuove norme sulla etichettatura dell’efficienza energetica per gli elettrodomestici, al fine di agevolare i consumatori nelle loro scelte.
Il Parlamento è anche molto impegnato a stimolare la transizione verso un’economia circolare, che in parte consiste nel prolungare la vita dei prodotti mediante il riciclaggio e il riutilizzo. Inoltre i deputati stanno lavorando a una legislazione per una migliore gestione dei rifiuti.
L’uso dei sacchetti di plastica in Europa sarà drasticamente ridotto dalla legislazione approvata dal Parlamento.
Abbiamo poi Natura 2000, la rete coordinata di zone protette più grande del mondo, che copre oltre il 18% della superficie terrestre dell’UE e quasi il 6% del suo territorio marittimo.

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