Disastro per Volkswagen, che dopo le contestazioni Usa circa le reali emissioni dei veicoli commercializzati in territorio americano, ha ammesso di avere eluso i test di inquinamento atmosferico sui diesel venduti tra il 2009 e il 2015. Coinvolte circa 480.000 vetture, con rischio multa di ben 18 miliardi.
La frode è stata scoperta dall’Environmental Protection Agency, che ha individuato, sulle auto tedesche, un software che truccava le carte, in particolare per quanto riguarda il motore diesel 2 litri, che negli Usa è montato su Golf, Jetta, Passat, Maggiolino e Audi A3. Secondo l’Epa, in questo modo le auto in questione potevano arrivare a inquinare dalle 10 alle 40 volte in più dei limiti di legge.
Le conseguenze: lo scandalo ha provocato un vero e proprio crollo in borsa del titolo della casa automobilistica, che dovrà ritirare dal mercato quasi 500 mila vetture vendute sul mercato statunitense dal 2008 a oggi. Il ceo Martin Winterkorn, si è detto «profondamente dispiaciuto» affermando che la società farà «tutto il necessario per riparare il danno provocato». Il gruppo intanto ha deciso di bloccare la vendita negli Stati Uniti delle sue vetture equipaggiate con motori diesel 4 cilindri TDI.
Tutto avrebbe preso il via da un rapporto del dicembre 2014 dell’Icct (The International Council on Clean Transportation).
Leggi anche: Auto ed emissioni. Caso Volkswagen: il Mit avvia indagine