Dal 30 settembre al 2 ottobre oltre 50 ministri di altrettante nazioni si sono riuniti a Milano in occasione della Pre-COP per discutere delle aspettative sui risultati della COP 26 e per focalizzare i punti chiave del negoziato sul clima.
Il risultato dei lavori della Pre-COP è stato riassunto in un “Chair’s Summary” che mette a fuoco i punti principali del confronto in vista della COP.
I ministri hanno convenuto sull’urgenza di accelerare gli obiettivi di mitigazione delle emissioni durante l’attuale decade per puntare all’obiettivo dei 1,5 gradi in linea con l’Accordo di Parigi.
Si è discusso anche di come incrementare le azioni per raggiungere gli obiettivi globali di adattamento e in questo ambito di come accrescere i finanziamenti per l’adattamento.
Riaffermata l’importanza decisiva degli stanziamenti di 100 miliardi di dollari all’anno e l’impegno di avviare a Glasgow la programmazione dei nuovi finanziamenti per il periodo post 2025.
È stata inoltre sottolineata l’esigenza di portare avanti l’Agenda di Parigi sui punti ancora in sospeso, elemento che rappresenta una delle priorità della COP26.
“Dobbiamo evitare di arrivare ad un ulteriore surriscaldamento della temperatura – ha detto il ministro per la transizione ecologica Cingolani – Sappiamo tutti, compresi i Cinesi, che non superare l’aumento di 1,5 gradi è fondamentale. Sono fiducioso perché la comunità internazionale è consapevole del pericolo, tutti sono sensibilizzati”.
“Non c’è alcun futuro per gli investimenti sui combustibili fossili“, ha poi aggiunto il ministro spiegando che “la transizione implica che per un certo lasso di tempo ci sarà coesistenza tra rinnovabili e fossili, ma la strada è ben chiara”.
Per il presidente di Cop26 Alok Sharma, “la discussione è stata estremamente costruttiva perché è stata avvertita l’urgenza di agire prima. I messaggi fondamentali che sono emersi dalla conferenza e che tutti hanno riconosciuto è che Cop 26 sarà fondamentale per il prossimo decennio, che occorre aumentare gli Ndc (Nationally Determined Contributions) e garantire il fondo per il clima da 100 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo”.