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Decreto “Sblocca Italia”, discussione generale

Decreto “Sblocca Italia”, discussione generale
Decreto “Sblocca Italia”, discussione generale

Dopo il via libera della commissione Ambiente della Camera, oggi in Aula la discussione generale del disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (C. 2629).
Tra le ultime novità dopo il passaggio in Commissione: un emendamento del Governo ha stabilito che le opere in Liguria non potranno più essere bloccate dai ricorsi al Tar. E’ stato anche rimpinguato di 100 milioni il Fondo emergenze nazionali della Protezione civile a favore delle aree colpite dal maltempo.
Lo Sblocca Italia non piace a tutti e ha suscitato aspre reazioni da parte dell’associazione ambientalista Legambiente.

“Mai avevamo assistito ad un intervento legislativo così organicamente antiambientale e così carico di interventi sbagliati, all’opposto del sostegno ad un’economia circolare e low carbon –  ha affermato il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza il DL Sblocca Italia avrebbe potuto essere uno “Sblocca Futuro”, se gli interventi normativi, le semplificazioni, gli standard di efficienza avessero risposto a un chiaro disegno di trasformazione del paese nella direzione dello sviluppo di un’economia moderna e ecosostenibile. Il provvedimento invece  ripropone un’Italia vecchia, incapace di stare al passo con i tempi, che si limita a fare “tana libera tutti” contro i lacci e lacciuoli, che imbriglierebbero il sistema.  E mentre tutto il mondo cerca il modo migliore per uscire dall’egemonia del fossile, qui si autorizzano e rilanciano ricerche, trivellazioni ed estrazioni ovunque, con royalties irrisorie, senza obbligo di ripristino in caso di incidente, e con l’estromissione delle Regioni dalla VIA per i giacimenti a terra. Non c’è, inoltre, nessuno snellimento delle procedure ma deroghe, commissariamenti, accentramento delle decisioni e un po’ di risorse. Esautorati enti locali e regioni si torna al modello Bertolaso, che ha prodotto i danni e la corruttela che sappiamo. E non siamo noi a denunciarlo, ma la Commissione Ambiente Cantone e la Banca d’Italia, che parla di ripercussioni negative sui tempi, i costi, e della “vulnerabilità ai rischi di corruzione”.

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