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Economia circolare, la documentazione per le commissioni

Economia circolare, la documentazione per le commissioni
Economia circolare, la documentazione per le commissioni

E’ disponibile la documentazione per le Commissioni relativa alla proposte sull’economia circolare dell’Unione Europea, a cura del Servizio Studi Dossier Europei del Senato e dell’Ufficio rapporti con l’Unione Europea della Camera.

Nel documento vengono analizzate le proposte della Commissione europea, il loro cronoprogramma e il contesto nazionale.
Nel 2014, la Commissione europea aveva presentato una comunicazione intitolata “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti” (COM(2014)398), accompagnata da una proposta di modifica di alcune direttive in materia di rifiuti.

In estrema sintesi, la proposta prevedeva che si dovesse riciclare il 70% dei rifiuti urbani e l’80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e vietare il conferimento in discarica dei rifiuti riciclabili a partire dal 2025.
A seguito delle perplessità avanzate da alcuni parti politiche e da alcuni Stati membri, la Commissione Juncker, successivamente al suo insediamento, ha ritirato la proposta, annunciando, al contempo, di volerla sostituire entro la fine del 2015 con un’altra sulla stessa materia.
Nel corso del processo di elaborazione del nuovo pacchetto sull’economia circolare, il 25 giugno 2015 la Commissione europea ha organizzato una consultazione pubblica di dodici settimane
svoltasi dal 28 maggio al 20 agosto 2015, nell’ambito della quale sono pervenuti oltre 1200 contributi.
In occasione della consultazione, la 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente e beni ambientali) del Senato della Repubblica ha inviato alla Commissione europea la Risoluzione Doc XXIV n. 51, approvata il 30 luglio 2015 a conclusione dell’esame assegnato in materia di rifiuti, Atto n. 580. La risoluzione è stata adottata al termine di un breve ciclo di audizioni informali di personalità provenienti dalla Commissione europea, dal Governo italiano e da enti di ricerca sul tema dell’economia circolare.
Il nuovo pacchetto è stato presentato il 2 dicembre 2015 in una seduta plenaria del Parlamento europeo dal Vicepresidente
Katainen.
Gli eurodeputati intervenuti durante il dibattito hanno mostrato un generale apprezzamento per la proposta legislativa della Commissione, sottolineando però la mancanza di ambizione dell’esecutivo comunitario con riferimento ad alcuni obiettivi. In particolare, i deputati del gruppo S&D (soprattutto della delegazione italiana) hanno criticato la diminuzione di alcuni obiettivi rispetto alla proposta del 2014. Al contrario, gli eurodeputati del gruppo PPE hanno apprezzato il lavoro della Commissione europea, soprattutto per quello che riguarda gli aspetti relativi alla competitività dell’industria. Altri gruppi (Alde, EFDD, ECR) ritengono che il pacchetto non sia abbastanza ambizioso.
Una componente indispensabile degli sforzi messi in campo dall’Unione europea per sviluppare un’economia sostenibile, competitiva e a basso tenore di carbonio è rappresentata dalla transizione verso un sistema ad economia circolare, in cui i materiali e l’energia utilizzati per fabbricare i prodotti
mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili.
Viceversa, l’economia lineare – basata su un modello che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo ed alla fine l’abbandono – comporta un elevato spreco di risorse con un forte impatto ambientale.
Poiché le risorse, in particolare le materie prime essenziali, sono per lo più concentrate al di fuori dell’Unione europea, l’industria e la società europee dipendono dalle importazioni e sono sempre più vulnerabili all’aumento dei prezzi, alla volatilità dei mercati e alla situazione politica dei paesi fornitori.
Dai dati che corredano il nuovo pacchetto presentato dalla Commissione europea risulta che l’UE importa sei volte tanto materiali e risorse di quante riesca ad esportarne, per una cifra
che si aggira sui 760 miliardi di euro l’anno e che rappresenta oltre il 50% in più rispetto agli USA. In particolare, importa circa il 60% del fabbisogno di combustibili fossili e metalli e ha individuato 20 materie prime che rappresentano una criticità in termini di sicurezza degli approvvigionamenti.
Le risorse hanno registrato una variazione in aumento dei prezzi, in termini reali, del 300% nel periodo tra il 1998 e il 2011. Va peraltro osservato che, successivamente, con l’aggravarsi della crisi economica e i progressi sul versante tecnologico, volti in particolare all’efficientamento energetico, si è registrato un aumento della produttività, che unito alla contrazione dei consumi, ha contribuito al calo dei costi di alcune risorse, e in particolare dei prodotti energetici. Le previsioni della Commissione indicano che la produttività delle risorse – continuerà ad aumentare con uno scenario immutato, ma ad un ritmo più lento di quello registrato fino ad ora (0,9% all’anno, 15% entro il 2030). In ogni caso, come rilevato dall’Agenzia europea per l’ambiente, nonostante i recenti miglioramenti nella produttività delle risorse, i modelli di consumo europei di risorse rimangono molto intensivi in confronto agli standard mondiali.

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