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Green economy all’italiana, le eccellenze. Record mondiale fotovoltaico

GreenItaly 2016, il settimo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, identifica i primati italiani in tema di green economy. Partiamo con il dire che nel nostro Paese, a giugno di quest’anno la quota di produzione di energia elettrica da rinnovabili ha superato quella da fonti fossili. E l’Italia vanta il record mondiale, tra i paesi industrializzati, nella quota di fotovoltaico (8%) nel mix elettrico nazionale.


L’Italia, infatti, con 14,3 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro, è il secondo Paese tra le cinque grandi economie comunitarie per minori input energetici a parità di prodotto, dopo il Regno Unito (11,6, che ha però un’economia molto più finanziaria che manifatturiera) e davanti a Francia (14,5), Spagna (16,8) e Germania (17,7). Con 312 tonnellate per milione di euro siamo secondi, sempre dietro la Gran Bretagna (260), per minore impiego di materia, meglio di Francia (358), Spagna (362) e Germania (462). Con 107 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro prodotto siamo secondi per minore intensità di emissioni atmosferiche, stavolta dietro la Francia (93, aiutata in questo caso dal nucleare) e davanti a Spagna (131), Regno Unito (131) e Germania (154).
Siamo invece primi per contenimento dei rifiuti prodotti: ne produciamo appena 42 tonnellate ogni milione di euro, meglio di Spagna (49), Regno Unito (59), Germania (64) e Francia (84). Primato che ci pone all’avanguardia nell’economia circolare e ci permette di essere già oggi leader europeo nel riciclo industriale: nel nostro Paese sono stati recuperati per essere avviati a riciclo 47 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi, il valore assoluto più elevato tra tutti i paesi europei (in Germania sono 43, in Francia 29). Il riciclaggio nei cicli produttivi industriali ci ha permesso di risparmiare energia primaria per oltre 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, ed emissioni per circa 60 milioni di tonnellate di CO2. E nel settore degli imballaggi, dove il tasso di riciclo (2015) è ormai pari al 66,9%, le quantità continuano a crescere: stando agli ultimi dati Eurostat, l’Italia è il Paese europeo che dal 1998 al 2013 ha visto il maggior incremento di imballaggi avviati a riciclo (+4,2 milioni di tonnellate).
In questa rivoluzione verde, sottoliena il rapporto, un decisivo ruolo a sostengo lo avranno le politiche per il contrasto dei cambiamenti climatici, che alimentano la richiesta di tecnologie, beni e servizi green: anche per questo c’è da essere orgogliosi che l’Unione Europea, che di recente su altri fonti non ha brillato in capacità di visione, abbia ratificato, pur dopo Usa e Cina, gli accordi di Parigi, dando seguito al ruolo di primo attore avuto col protocollo di Kyoto. Per questo l’Italia deve far valere, alla COP22 di Marrakech, il proprio patrimonio di sostenibilità e innovazione green.

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