Nuovo rapporto Istat sugli “Stili di vita di bambini e ragazzi”. In Italia circa 2 milioni 130 mila bambini e adolescenti di 3-17 anni sono in eccesso di peso (pari al 25,2%, in calo rispetto al 28,5% nel 2010-2011).
Emergono forti differenze di genere con una più ampia diffusione tra i maschi (27,8% contro 22,4%). L’eccesso di peso è più frequente tra i bambini di 3-10 anni, età in cui si raggiunge il 30,4%. Al crescere dell’età, il sovrappeso e l’obesità diminuiscono, fino a toccare il valore minimo tra i ragazzi di 14-17 anni (14,6%).
Il 74,2% consuma frutta e/o verdura ogni giorno, ma solo il 12,6% arriva a 4 o più porzioni. Nonostante il trend decrescente, ben un quarto dei bambini e degli adolescenti consuma quotidianamente dolci e bevande gassate, il 13,8% snack salati.
L’obesità tra bambini e ragazzi è un fenomeno che si rileva non soltanto in Italia e nei Paesi europei, ma anche nel resto del mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima siano oltre 340 milioni i bambini e gli adolescenti di 5-19 anni in eccesso di peso.
Nei paesi dell’Ue, in media, è obeso quasi un bambino su otto tra i 7 e gli 8 anni. Cipro (20%), Italia (18%), Spagna (18%), Grecia e Malta (17%) mostrano i valori più elevati; Danimarca (5%), Norvegia (6%) e Irlanda (7%) quelli più bassi.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia. In Italia accanto ai bimbi sovrappeso c’è quasi mezzo milione (453mila) di under 15 anni che hanno avuto bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare durante l’anno. Lo afferma la Coldiretti, che sottolinea: “anche in Italia si vive un paradosso alimentare con i bimbi dei nuclei familiari più poveri che non hanno accesso a fonti di cibo sicure e sufficienti”.
Una dichiarazione effettuata sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea).
Accanto al problema della sicurezza dell’approvvigionamento c’è – continua la Coldiretti – quello dei disordini alimentari che riguarda molti adolescenti, dall’obesità all’anoressia. Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni è importante – sostiene la Coldiretti – privilegiare nelle mense scolastiche i cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza.