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Libri – #StateoftheWorld 2013 – È ancora possibile la sostenibilità?

#StateoftheWorld 2013 - È ancora possibile la sostenibilità?
#StateoftheWorld 2013 - È ancora possibile la sostenibilità?

Trasformare la società attuale in una società sostenibile è ancora possibile? Se lo chiede il nuovo volume del Worldwatch Institute “State of the World 2013 – È ancora possibile la sostenibilità?” la cui edizione italiana, a cura del direttore scientifico del WWF Italia Gianfranco Bologna per Edizioni Ambiente è stata presentata ieri a Padova, nell’ambito della XV assemblea del Coordinamento delle Agende 21 Locali Italiane. Su www.wwf.it è già scaricabile l’estratto del volume.
La presentazione dell’edizione italiana del volume avviene a pochi giorni dalla riunione dell’IPCC, (Intergovernmental Panel on Climate Change (23-26 settembre a Stoccolma), che renderà noto il summary per policy makers del primo volume del suo nuovo rapporto, il quinto, e farà il punto sulle più avanzate conoscenze che la scienza del clima ha acquisito rispetto ai cambiamenti climatici in atto e alla responsabilità rivestita dall’intervento umano nel provocarli, e il dibattito è già entrato nel vivo.

Nello State of the World 2013 – edizione italiana in edicola dal 18 settembre – scienziati, esperti di politica ed economia e opinion leader di fama mondiale affrontano la questione cercando di ridare un senso al termine “sostenibilità” per superarne la mera accezione di strumento di marketing. Nel farlo, definiscono parametri di valutazione e quantificazione della sostenibilità, analizzano le politiche e le azioni che possono metterci sulla strada della prosperità senza intaccare il benessere delle generazioni future (dalle soluzioni energetiche alla trasformazione dei mercati fino alle nuove tecniche agricole), ed esplorano i modi in cui, se non interveniamo in modo efficace prima di raggiungere i punti critici planetari, governi e comunità dovranno preparare le società al declino ambientale e all’esaurimento delle risorse, rafforzando la democrazia, la resilienza e la protezione del patrimonio culturale. 
Tre le sezioni, che affrontano come dovrebbe essere utilizzato il termine “sostenibilità”, come possiamo raggiungerla e come possiamo prepararci all’eventualità di non farcela: nella prima sezione “La misurazione della sostenibilità”, gli autori presentano i metodi per monitorare il progresso globale verso una vita sostenibile; nella seconda “Raggiungere la vera sostenibilità” esaminano le politiche e le prospettive che potrebbero costruire una società realmente sostenibile; nella terza “Aprire in caso di emergenza”, affrontano se e come prepararsi per un dirompente cambiamento ambientale globale che sembra sempre più probabile. Tra gli autori, oltre agli esperti del Worldwatch Institute, anche uno dei leader del pensiero ambientalista David Orr, l’esperta dei cicli idrici Sandra Postel, il pioniere dell’economia ecologica Herman Daly, altri noti economisti ecologici come Tim Jackson e Peter Victor, noti scienziati di fama internazionale come Carl Folke e William Rees, “padre” del concetto di impronta ecologica, o lo scrittore di fantascienza Kim Stanley Robinson.
Secondo gli autori del volume, l’uso sempre più diffuso del termine “sostenibile” riflette una maggiore consapevolezza pubblica della situazione ambientale che ci troviamo di fronte, ma le azioni intraprese per affrontare il problema sono ancora lontane da un percorso convinto che produce risultati tangibili. Lo sviluppo e la crescita economica sono da sempre legati a un aumento delle emissioni di gas a effetto serra e al consumo di risorse naturali, ed è sempre più urgente conciliare crescita economica e demografica con i principi della sostenibilità, per ridurre quanto più possibile i danni al nostro pianeta.
“I cambiamenti climatici sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti, i dati scientifici rafforzano ogni giorno l’allarme e cresce l’attesa del nuovo rapporto dell’IPCC sui cambiamenti climatici. Fare semplicemente del nostro ‘meglio’ non fermerà lo sgretolarsi delle relazioni ecologiche da cui dipendono la vita sul pianeta e il benessere delle nostre società. – ha detto Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia e da 26 anni curatore dell’edizione italiana dello State of the World – Lo State of the World 2013 fa un bilancio, sobrio e misurabile scientificamente, chiarendo ai lettori il punto in cui siamo: servono cambiamenti politici, tecnologici, culturali, enormemente più grandi di quelli che abbiamo visto finora ed enormemente più urgenti, perché la sostenibilità è ancora possibile, ma solo con una nuova cultura e una nuova economia, e dobbiamo realizzarle adesso.”
“Considerati i fallimenti dell’umanità quanto a lungimiranza e volontà politica nell’affrontare i complessi problemi della sostenibilità, il Worldwatch Institute ha chiesto ad alcuni autorevoli esperti di riflettere su ciò che potremmo fare per migliorare le cose – ha detto Michael Renner, senior researcher del Worldwatch Institute che era presente insieme al WWF alla presentazione italiana del volume – Non è più tempo di giocare in difesa, chiedendo la riduzione delle emissioni globali di carbonio, per limitare le sostanze chimiche e la perdita delle foreste. Dobbiamo trasformare il paradigma economico e culturale incentrato sulla crescita continua in un unico eco-centrismo che rispetti i confini planetari, per invertire la rapida trasformazione della Terra e contribuire a creare un futuro realmente sostenibile”.
“Dal momento che la sfida dello State of the world 2013 – commenta Emanuele Burgin, Presidente del Coordinamento delle Agende 21 locali italiane – è quella di cercare di ridare un senso al termine “sostenibilità”, ci è sembrato quanto mai opportuno inserire all’interno della nostra assemblea un dibattito di alto livello per stimolare il confronto fra i sindaci e gli assessori che quotidianamente sono chiamati a strutturare le politiche e gli interventi a tutela dei cittadini e dei territori. Quello della sostenibilità non può più essere considerato infatti un parametro marginale ed è importante che ci sia una presa di posizione responsabile e forte tanto del governo centrale quanto degli enti locali.”

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