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Mobilità elettrica con i freni tirati per le flotte aziendali

Nonostante il boom registrato nel 2018 (+150% nei primi 10 mesi dell’anno sul mercato dell’auto), le soluzioni di mobilità elettrica scontano significativi limiti nella percezione di aziende e driver: autonomia insufficiente per le percorrenze medie giornaliere, carenza delle infrastrutture di ricarica e disponibilità ancora limitata di modelli sul mercato.
L’ibrido continua a diffondersi anche in ambito aziendale, dove è percepito come soluzione affidabile ed efficace per muoversi dentro e fuori l’ambito cittadino.

Sono questi i principali trend contenuti nella ricerca “Mobilità aziendale alla spina”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, in collaborazione con Sumo Publishing, e presentata oggi a Rimini nel corso della fiera della green e circular economy Ecomondo.

La ricerca, alla sua seconda edizione dopo quella condotta nel 2016, ha preso in considerazione una flotta campione di 60 aziende appartenenti a diversi settori (energia, grande distribuzione, enti pubblici, food&beverage, trasporti, etc…), con oltre 50.000 veicoli aziendali complessivi (in media oltre 800 in ogni flotta) e si è focalizzata sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica e ibrida sui parchi auto di medie e grandi imprese. Lo studio parte dall’assunto che nonostante i consistenti investimenti delle Case Auto sui veicoli elettrici (EV) e le numerose presentazioni nel corso dei Saloni automobilistici, l’elettrico in Italia resta oggi un business di nicchia, in cui le flotte aziendali comunque rivestono un ruolo da protagonista. Nei primi 10 mesi del 2018 le immatricolazioni di questi veicoli hanno registrato un forte sviluppo passando dalle 1.665 unità dello stesso periodo dello scorso anno a quota 4.167 (+150%, ma ancora quota 0,3% sul totale immatricolato). Decisamente più significativa in termini assoluti la performance delle motorizzazioni ibride che hanno superato le 73.000 unità.

L’analisi parte dall’esame delle percorrenze medie giornaliere delle auto in flotta, un dato fondamentale per verificarne la compatibilità con le attuali capacità delle batterie e quindi desumere le reali chance di acquisto dei veicoli elettrici.
Rispetto al 2016 la quota di auto con percorrenze inferiori ai 100 km al giorno scende dal 45% al 30%. A motivare questo aumento del chilometraggio: la leggera ripresa del ciclo economico che ha fatto ripartire il business e la razionalizzazione del numero dei veicoli in flotta, con aumento dell’efficienza complessiva. Nel complesso, quindi, questa prima fotografia della flotta restituisce una compatibilità inferiore con l’attuale stato di sviluppo degli EV.

EV: a noleggio, in pool, ogni giorno percorrono 58 km, scelti per contenere le emissioni – I veicoli elettrici rappresentano dunque l’1,6% della flotta delle 60 aziende del campione, quasi 800 veicoli, di cui 500 sono veicoli commerciali leggeri, gestiti nel 98% dei casi con la formula del noleggio a lungo termine. Gran parte (87%) dei veicoli elettrici è oggi utilizzato dalla imprese in pool (condivisi da più driver), solo il 17% è assegnato, per lo più si tratta di auto di rappresentanza o di top manager; mediamente questi veicoli percorrono ogni giorno 58 km e vengono utilizzati soprattutto in ambito cittadino (68%).

I motivi che spingono a dotarsi di veicoli elettrici – Il contenimento delle emissioni (88%), spesso richiesto dagli headquarters delle multinazionali, vieni indicato come principale vantaggio percepito dai fleet manager, seguono libera circolazione anche nelle ZTL (82%), la responsabilità sociale d’impresa (68%), il risparmio di carburante (67%), i saving sui costi di manutenzione (47%) e l’esenzione dal bollo (45%).

Uno sguardo al futuro, con poco entusiasmo e molti timori – Tra i fleet manager prevale un approccio attendista sul possibile aumento della quota di EV nella propria flotta. A pianificarlo sono quasi esclusivamente le utility dell’energia, mentre le altre risposte positive riguardano soprattutto l’inserimento sperimentale di 1 o 2 auto nel proprio parco auto. La scarsa propensione tocca anche i driver, poco disponibili a cambiare il proprio veicolo con uno elettrico principalmente per i limiti di autonomia (il 50% dei driver li evidenzia), per la carenza di infrastrutture di ricarica (38%), le lunghe attese per la ricarica (10%) e la scelta limitata di modelli disponibili sul mercato (7%).

Soluzioni ibride più flessibili e adatte agli usi dei driver aziendali – La survey 2018 propone anche un focus sull’avanzata dei veicoli ibridi nelle flotte. Nel solo noleggio a lungo termine questa tecnologia ha registrato nei primi sei mesi dell’anno un +155% con 7.634 veicoli contro i 2.990 immatricolati nello stesso periodo dello scorso anno (fonte ANIASA).
Tra le principali tecnologie oggi disponibili non sempre esiste una percezione precisa delle differenze da parte dei fleet manager che comunque mostrano una chiara predilezione per la PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), in quanto consente di superare i limiti delle elettriche pure (l’autonomia) mantenendo (se usata con le batterie cariche in partenza) basse emissioni reali. I vantaggi percepiti dai fleet manager sono gli stessi già segnalati per l’elettrico, ma l’uso è decisamente più libero e flessibile: le ibride vengono già oggi assegnate agli utilizzatori nell’82% dei casi al pari delle auto con alimentazione tradizionale (solo il 18% in pool), in quanto consentono un utilizzo compatibile con le necessità e le abitudini dei driver; addirittura l’81% li usa abitualmente anche per percorrenze extra-urbane. 1 fleet manager su 4 mantiene comunque un approccio cauto anche sull’inserimento in flotta di veicoli ibridi e i motivi sono principalmente tre: i consumi autostradali, la scarsa disponibilità di modelli e versioni con cui soddisfare i desiderata del driver, i canoni di noleggio ancora troppo elevati.

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