I pescatori potranno portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti, che finora erano costretti a ributtare in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti.
Sarebbero quindi stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto addirittura pagare per lo smaltimento.
Ma con il disegno di legge Salvamare presentato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, annunciato da tempo e approvato in data odierna dal Consiglio dei Ministri, le cose sono destinate a cambiare.
“È una grande vittoria per il nostro mare, finalmente iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali – i pescatori – che conoscono il problema meglio di tutti perché ogni giorno tirano su le reti raccogliendo spesso altrettanta plastica rispetto al pescato – dichiara Sergio Costa, ministro dell’Ambiente -. Quella della plastica in mare è un’emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare. L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione: appena la Direttiva europea sulla plastica monouso sarà pubblicata, approveremo anche noi la legge per dire stop al monouso”.
Un’altra bella notizia, con la legge Salvamare i pescatori che aderiranno trasportando sulla terraferma i rifiuti potranno avere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta. I rifiuti potranno essere portati nei porti dove saranno allestiti dei punti di raccolta e verranno introdotti dei meccanismi premiali per i pescatori.
In una nota il ministero dell’ambiente sottolinea che il Mediterraneo è particolarmente esposto al problema della plastica, in quanto si tratta di un mare semichiuso: si pensa che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica al suo interno. Nel Tirreno il 95% dei rifiuti galleggianti avvistati, più grandi di venticinque centimetri, sono di plastica, il 41% di questi sono buste e frammenti.
E purtroppo nel Mar Mediterraneo 134 specie sono vittime di ingestione di plastica, tra cui 60 specie di pesci, le 3 specie di tartarughe marine, 9 specie di uccelli marini e 5 specie di mammiferi marini. T
Nell’Arcipelago Toscano da un anno, più precisamente a Livorno e in Puglia, dove la Regione avvia proprio in questi giorni la sperimentazione, esistono già dei progetti sperimentali di coinvolgimento dei pescatori nella raccolta della plastica che stanno dando ottimi risultati.
«La legge adesso va in Parlamento – conclude Costa – e faccio un appello a tutti i parlamentari perché facciano presto, bisogna votare subito questa legge».
Tutti positivi i commenti, a partire da Marevivo. «Siamo sicuri che i pescatori collaboreranno se messi nelle condizioni di farlo – dichiara Raffaella Giugni, Responsabile relazioni istituzionali di Marevivo – perché ogni giorno più del 50% di quello che tirano su nelle reti sono rifiuti di plastica. e non subisca ritardi, già molti Comuni, si stanno organizzando per supportare questa attività perché il problema è molto grave e non c’è più tempo».