Il legno è da secoli il combustibile più usato per il riscaldamento e oggi è impiegato principalmente in forma di legna da ardere, cippato, pellet ed in minima parte di briquettes.
La classificazione qualitativa dei biocombustibili solidi è attualmente definita a livello internazionale dalla norma tecnica UNI EN ISO 17225 (ex UNI EN 14961).
La norma definisce le classi di qualità dei biocombustibili in funzione dei parametri chimico-fisici ed energetici.
La legna appena tagliata contiene circa il 50% di acqua (contenuto idrico M50) e quindi non è adatta all’immediato impiego in stufa o caldaia.
È necessario stagionarla o essiccarla, affinché raggiunga un tenore idrico inferiore al 20%, valore ottimale per la combustione.
Un elevato contenuto idrico riduce il potere calorifi co della legna e il rendimento del generatore, aumentando le emissioni.
Per le specie a legno duro (faggio, quercia, carpino, frassino, castagno) è raccomandabile che l’essiccazione all’aria aperta duri uno o due anni, a seconda delle condizioni climatiche e l’ubicazione della catasta. Per le specie a legno tenero (abete, pino, larice, robinia, betulla) possono bastare 9-12 mesi.
Come acquistare la legna da ardere? Nella vendita a peso il contenuto idrico è il fattore che maggiormente determina la qualità e il valore della legna. Per la sua determinazione in modo speditivo è possibile impiegare strumenti a infi ssione che misurano la resistenza elettrica tra due elettrodi (chiodi), in un intervallo di contenuto idrico (M) compreso tra 10 e 40%.
In mancanza di un’affidabile determinazione del contenuto idrico è preferibile acquistare la legna a volume, sia sfusa sia accatastata.
In questo caso devono essere specificati da parte del produttore/rivenditore il tipo di legno (specie legnosa) e le caratteristiche dimensionali dei ciocchi.
Decalogo per il corretto uso della legna
1. Usare solo legna secca, con un contenuto idrico inferiore al 20%
2. Usare ciocchi di legna di lunghezza tale da lasciare un certo spazio tra la legna e le pareti laterali della camera di combustione
3. Usare legna di dimensioni uniformi, spaccata piuttosto che tonda (es. circonferenza 20 cm ˜ 9 cm diametro)
4. Accendere il fuoco con accensione dall’alto con l’impiego di stecchette secche disposte a castelletto e con appositi accendi fuoco
5. Favorire l’immissione di aria comburente nella fase di accensione
6. Introdurre ciocchi di legna più grossi solo dopo la formazione di un bel letto di braci
7. Caricare il focolare con piccole quantità di legna, senza sovraccaricarlo
8. Variare la quantità di calore preferibilmente con la quantità di legna della carica piuttosto che attraverso la regolazione dell’aria
9. Tenere sempre ben chiusa la porta dell’apparecchio
10. Stoccare la quantità di legna giornaliera possibilmente in ambiente riscaldato
Altri suggerimenti importanti. Se la fase di accensione si svolge in maniera corretta il fumo della combustione diventa invisibile al più tardi dopo 15 minuti dall’accensione.
Non bruciare carta, plastica o legno verniciato. La combustione di materiale di scarto produce sostanze altamente tossiche, quali formaldeide e diossine che compromettono la qualità dell’aria, la salute umana e il corretto funzionamento dell’apparecchio.
Qual è la perdita di peso del legno dal momento del taglio alla sua stagionatura? -23% con stagionatura parziale, -38% con stagionatura completa.
Qual è l’incremento del valore energetico del legno con la sua stagionatura? +7% o +11%.
Ma è ecologico risaldarsi con il legno?
Secondo Aiel, Associazione Italiana Energie Agroforestali, sì. Perchè in Italia negli ultimi 50 anni la superfi cie forestale è raddoppiata: nel 1950 era 5,5 milioni di ettari, oggi è quasi 11 milioni di ettari). Rispetto all’incremento annuo dei boschi italiani (circa 32 milioni di m3 ), ne viene prelevato mediamente solo il 24% (la media europea è del 56%) attraverso i normali interventi di gestione. Un ettaro di bosco gestito secondo criteri di sostenibilità genera in 300 anni un risparmio di CO2 10 volte maggiore del risparmio conseguibile da una foresta “abbandonata”. L’utilizzo energetico di 1 tonnellata di legna da ardere di faggio genera un risparmio equivalente di 2,7 tonnellate di CO2 rispetto all’impiego di fonti fossili. Per produrre un’unità di calore utile con un combustibile legnoso si consuma il 4-11% di energia non rinnovabile. Con le fonti fossili si sale al 17-20%. Per produrre 1 MWh di energia utile con il legno sono emessi 20-30 kg di CO2 equivalente, con le fonti fossili 250-325 kg.
Leggi anche:
Legna da ardere, quando la stagionatura è naturale