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Scalea, bocciato il porto turistico

Scalea. Torre Lao dal mare.
Scalea. Torre Lao dal mare.

Il Consiglio di Stato (Quarta Sezione) ha messo la parola fine al progetto del porto turistico di Scalea. Ne dà notizia Italia Nostra, che, commenta in una nota, è riuscita a bloccare l’opera attraverso una lunga battaglia giudiziaria. Secondo l’associazione ambientalista, la realizzazione del porto turistico “sarebbe stata altamente distruttiva per il paesaggio a causa dell’enorme impatto ambientale che essa comportava sia sulla erosione della costa che sull’intero paesaggio, dovendo sorgere intorno al sito archeologico e storico di Torre Talao a Scalea, e prevedendo anche la deviazione di due corsi d’acqua. La sentenza definitiva pubblicata il 14 luglio 2014allontana per sempre lo spettro di un nuovo “mega eco-mostro” per i modi in cui era stato concepito il nuovo porto.”

La cronostoria. Rigettando il ricorso della ditta esecutrice dei lavori contro l’associazione Italia Nostra, rappresentata dagli avvocati Pietro Adami e Marcello Nardi, il Consiglio di Stato ha confermato dunque la precedente sentenza del Tar di Catanzaro del 15 settembre 2013.
Italia Nostra aveva impugnato la Valutazione d’Impatto Ambientale rilasciata dalla Regione Calabria evidenziando le problematiche legate al dissesto idrogeologico. Dal progetto definivo, infatti, era letteralmente scomparso il canale Sallegrino per il quale l’Autorità di Bacino Regionale, in un parere rilasciato nel corso dell’iter amministrativo, ne aveva prescritto la deviazione a nord del porto, imponendo anche la realizzazione di una serie di studi per prevedere, in futuro, l’andamento delle acque. Né la deviazione, né gli studi idrogeologici sono stati approntati.
Successivamente Italia Nostra, avendo appreso che nel frattempo tutto il procedimento amministrativo si era concluso con il rilascio dell’autorizzazione finale, ha proposto un ricorso per motivi aggiunti. Si evidenziava, ulteriormente, la totale difformità del progetto definitivo rispetto al preliminare elaborato nel 2002 dal Prof. De Girolamo che prevedeva una forma a bacino a moli convergenti per una capacità di 320 barche sporgente 80 metri dalla riva. Con delibera del 09/09/08 la Giunta Comunale del Comune di Scalea approvava, invece, un progetto definitivo di porto a forma di “bacino interno” molto più ampio, di capienza di 510 barche prevedendo a mare un’imponente diga foranea radicata alla riva lunga circa 300 metri e alta 4 metri.
Il Consiglio di Stato nella sentenza depositata il 14 luglio 2014 rigetta l’appello del ricorrente, sostenendo così le valide ragioni di Italia Nostra che si era opposta alla costruzione del porto turistico di Scalea. In particolare la sentenza sottolinea come l’aumento dei posti barca, giustificato dai costruttori con valutazioni di tipo economico, non può certo giustificare un abbattimento dei valori ambientali nel contesto dei quali deve inserirsi l’opera e che non possono assolutamente essere sacrificati, in particolare in relazione agli aspetti di tutela dell’assetto idrogeologico delle aree poste a ridosso della zona portuale interessate dall’attraversamento di due corsi d’acqua (canale Sallegrino e canale Tirello) a rischio inondazione che sarebbero stati “deviati”.

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