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Terra dei fuochi, blocco alla vendita di ortofrutta

Terra dei fuochi, blocco alla vendita di ortofrutta
Terra dei fuochi, blocco alla vendita di ortofrutta

Sono 51 i siti classificati a rischio, pari a 64 ettari di suolo agricolo, per i quali viene bloccata la vendita di prodotti ortofrutticoli, individuati in 57 comuni per un totale di 1.076 kmq.
Le aree ritenute sospette rappresentano il 2%, per un totale di 21,5 Km2, di cui 9,2 Km2 destinati all’agricoltura. L’annuncio è arrivato oggi durante una conferenza stampa del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, nel corso della quale sono stati presentati i risultati delle indagini svolte nella Terra dei fuochi ed è stato firmato dal Ministro Martina insieme al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, un apposito decreto interministeriale.

“Grazie ai risultati della mappatura dei siti nei territori indicati dalla Direttiva interministeriale dello scorso 23 dicembre – ha dichiarato Martina – abbiamo individuato le aree su cui dobbiamo intervenire. Con il decreto di oggi possiamo mettere in campo azioni incisive e nei prossimi 90 giorni provvederemo ad ulteriori accertamenti. Da subito bloccheremo la vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni dei 51 siti che sono stati classificati a rischio.”
“Tutelare la salute dei cittadini, garantire le imprese che operano sul territorio e salvaguardare l’ambiente. Con la firma di questo decreto vogliamo raggiungere – ha spiegato il Ministro – questi obiettivi attraverso un percorso condiviso perché l’operazione che vogliamo portare avanti nella Terra dei fuochi è impegnativa e richiede il contributo di tutti per creare dei veri presidi di legalità”.
I terreni sono stati così classificati: CLASSE A – idoneo alle produzioni alimentari; CLASSE B – limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni; CLASSE C – idoneo ad altre produzioni non alimentari; CLASSE D – divieto di produzioni agricole.
Il decreto interministeriale prevede che entro 90 giorni verranno effettuate indagini dirette a indicare:
– i terreni “no food” (e quindi interdetti da produzione alimentare);
– quelli destinati solo a colture diverse dalla produzione agroalimentare in considerazione delle capacità fitodepurative;
– destinati solo a determinate produzioni agroalimentari.
Le indagini dovranno essere svolte partendo dai terreni qualificati nella classe di rischio 5 fino alla classe 2.
Nelle more dell’esecuzione delle indagini dirette, è vietata l’immissione in vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni classificati a rischio (classi di rischio 3 – 4 – 5).
L’immissione sul mercato delle singole colture è consentita ad almeno una di queste condizioni: a) che le colture siano state già oggetto di controlli ufficiali con esito favorevole negli ultimi 12 mesi; b) che siano state effettuate indagini, su richiesta e con spese a carico dell’operatore, dall’Autorità competente, con esito analitico favorevole.

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