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Troppe città non in regola con le emissioni di NO2, ultimo avvertimento

La Commissione europea avverte Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito e avvia la seconda fase della procedura d’infrazione: mancati gli obiettivi di contenimento dell’inquinamento atmosferico per l’NO2, il biossido di azoto – le cui emissioni provengono in larga parte dal traffico veicolare – sono necessari interventi urgenti.

In Germania sono 28 le aree interessate, tra queste Berlino, Monaco e Amburgo. In Francia 19, comprese Parigi, Marsiglia e Lione. Nel Regno Unito 16 aree, che annoverano anche Londra, Birmingham, Leeds e Glasgow, Italia 12 le zone, tra queste Roma, Milano e Torino. In Spagna 3, con Madrid e Barcellona.
Tra le possibili misure per ridurre le emissioni inquinanti suggerite dalla Commissione – e allo stesso tempo accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio – la riduzione dei volumi complessivi di traffico, i combustibili utilizzati, agire sui comportamenti di guida. In questo contesto, afferma la Commissione, la riduzione delle emissioni dei veicoli diesel è un passo importante verso il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria dell’UE.
Se gli Stati membri “avvertiti” non agiranno concretamente entro due mesi, la Commissione può decidere di sottoporre la questione alla Corte di giustizia dell’UE.
Per Coldiretti “bisogna intervenire in modo strutturale per combattere lo smog con un bonus fiscale verde per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento.”
Secondo l’analisi della Coldiretti queste metropoli italiane hanno una ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino. Una disponibilità – sottolinea la Coldiretti – addirittura inferiore a quella già bassa della media dei capoluoghi di provincia che è di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano per abitante. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Un’opportunità importante da sfruttare, sottolinea, anche per evitare il rischio della maximulta in arrivo dall’Ue per lo sforamento dei limiti di polveri sottili. Il verde urbano in Italia pero’ rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) sulla base dell’ultimo rilevamento Istat. In questo contesto – conclude la Coldiretti – è necessario intervenire per qualificare il verde pubblico ma sono importanti anche interventi a favore di quello privato a partire da misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi, cosiddetto “bonus verde” da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici.

La normativa UE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (direttiva 2008/50/CE) fissa i limiti per la qualità dell’aria che non possono essere superati sul territorio dell’UE e impone agli Stati membri di limitare l’esposizione dei cittadini alle sostanze inquinanti atmosferiche nocive.
Nonostante questo obbligo, sono molti i luoghi dove la qualità dell’aria è da diversi anni un problema. In 23 dei 28 Stati membri le norme sulla qualità dell’aria non sono ancora rispettate – in totale in più di 130 città in tutta Europa.

La Commissione ha intrapreso un’azione legale contro gli Stati membri a causa della scarsa qualità dell’aria fin dal 2008, concentrandosi inizialmente sul particolato (PM10) – per il quale il termine per l’adempimento di conformità era il 2005 – e sul biossido di azoto (NO2) – per quale il termine era il 2010.
Ad oggi, l’azione legale imperniata sul NO2 riguarda 12 Stati membri, con casi d’infrazione in corso nei confronti di Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Regno Unito. Potrebbero intervenire azioni nei confronti di altri Stati membri.
Il traffico stradale è responsabile di circa il 40% delle emissioni di ossido di azoto (NOx) nell’UE. A livello del suolo il contributo relativo del traffico è molto più elevato (in quanto le emissioni provenienti dalle ciminiere industriali sono diluite prima di raggiungere il suolo). Delle emissioni totali di NOx dovute al traffico, circa l’80% proviene dai veicoli con motore diesel.

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