I portici di Bologna sono la candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco per il 2020.
Lo ha deliberato il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNnesco, riunito martedì 21 gennaio presso la sede del Ministero dei Beni Artistici e Culturali.
“Un grande e meritato traguardo per Bologna – dichiara il Sindaco Virginio Merola – un risultato di tutta la città. Bologna, ancora una volta, ha saputo esprimere il suo carattere più profondo: la capacità di collaborare assieme e uniti per la nostra città. Ringrazio l’Amministrazione comunale, gli assessori impegnati in questo imponente lavoro e tutti gli uffici il cui apporto è stato e sarà determinante”.
Non c’è altra città con tanti portici quanto Bologna: tutti insieme misurano in lunghezza più di 38 chilometri solo nel centro storico, che raggiungono i 53 km contando quelli fuoriporta.
La decisione di presentare la candidatura per la Lista del Patrimonio Mondiale riconosce i Portici di Bologna come il risultato eccellente di un sistema di regolamentazione urbanistica delineato nel corso di nove secoli e come un modello architettonico e al tempo stesso sociale, un luogo di integrazione e scambio in cui i principali protagonisti della città (cittadini, visitatori, studenti) vivono e condividono idee e tempo. Nati e rimasti tuttora come proprietà privata per uso pubblico, i portici vengono riconosciuti come un elemento identificativo della citta’ di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le
abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate.
La prima testimonianza storica risale all’anno 1041. I portici nacquero in maniera spontanea, probabilmente nell’alto medioevo, come una proiezione (all’inizio abusiva) di edifici privati su suolo pubblico allo scopo di aumentare gli spazi abitativi.
Ora il Dossier della candidatura partirà per Parigi dove inizierà il percorso di esame: l’esito è atteso nel 2021.